venerdì 24 aprile 2020

Racconti di quarantena 15


I miei figli sono stanchi e nervosi, non ce la fanno più. Arrivati al venerdì le lezioni e i compiti gli pesano parecchio. Oltretutto vanno avanti così da più di un mese e mezzo e ne hanno ancora fino all'8 giugno. E non ne posso più neanch'io! In più io ho paura della riapertura e sono molto agitata. Stanotte ho dormito poco e male. Mia mamma però, per fortuna, mi dà iniezioni di fiducia e positività: d'estate potremo andare al mare in sicurezza e il coronavirus perderà la sua virulenza e andrà a sparire da solo. Il sole è (e sarà) il nostro miglior alleato. Inoltre all'aria aperta c'è pochissima probabilità di contagio (e di mamma mi fido, visto che è biologa).

Solo che le sue rassicurazioni non bastano a farmi passare l'ansia. Anche perchè a Roma sarà impossibile muoversi con i mezzi pubblici perchè sarà caos, come sempre. Anzi, peggio. E sono terrorizzata all'idea che mio marito debba ricominciare ad andare in ufficio in metro (spero davvero ardentemente che continui con lo smart working ma ad oggi non abbiamo ancora certezze e probabilmente lo sapremo solo direttamente il 4 maggio).

Inoltre non riesco a trovare mascherine valide per i bambini, gliele ho cucite io, in jeans e cotone con filtro in tnt, ma non sono sicura che vadano bene. E' vero che le scuole saranno chiuse fino a settembre e punterò a far uscire i bambini solo per stare all'aperto, ma delle mascherine idonee servono comunque. Daniele si adatta al limite anche a quelle degli adulti ma per Lorenzo sono troppo grandi e soprattutto gli dà fastidio qualsiasi cosa metta in viso: come devo fare? 

I bambini si sono così abituati a stare in casa che adesso non vogliono più uscire, neanche scendere un po' in cortile a giocare a calcio. Ma stare all'aperto, al sole, muoversi, gli fa un gran bene. E quindi oggi, dopo quasi una settimana (c'è stato anche tempo brutto) li ho costretti ad andare (che poi in realtà si sono pure divertiti). Mi sa che invece io per rasserenarmi devo mettermi a fare un dolce.
 

[In foto la piantina di fagioli di Lorenzo che continua a crescere]

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