mercoledì 15 aprile 2020

Racconti di quarantena 10


Sono stanca di questa situazione che si protrae e non si sa quando finirà. Sono stufa di stare in casa (mi sento prigionera agli arresti domiciliari) e di aver paura del coronavirus. Ma soprattutto mi dispiace vedere i miei figli stanchi e nervosi. Gli manca uscire, vedere i coetanei, la scuola, la dimensione della socialità. Questa reclusione forzata potrà creare danni a livello psicologico. Se già per noi adulti è un'esperienza devastante, figuriamoci per loro! I bambini e i ragazzi stanno vivendo un'esperienza che in un modo o nell'altro li segnerà. Dobbiamo stargli vicino il più possibile.


Mia madre, biologa, è contraria a questa chiusura eccessiva, perchè stare in casa abbassa le difese immunitarie... dovremmo iniziare a uscire (in sicurezza) altrimenti rischiamo di ammalarci tutti quando ci faranno finalmente uscire. Inoltre è anche dubbiosa su un possibile vaccino perchè il coronavirus muta molto rapidamente. Come anche alcuni noti virologi hanno detto, è più favorevole al lavorare per trovare una cura specifica che funzioni.

Ma intanto il protrarsi della quarantena pesa tanto. Cercherò di tenere i bambini impegnati in qualcosa di piacevole il più possibile (dalla pasta di sale, al fare i dolci, a coltivare piantine) che non sia solo la playstation. E meno male che sono in due e possono giocare insieme e farsi compagnia. Anche se Daniele è spesso nervoso e Lorenzo ha preso a piangere per un nonnulla. Ad entrambi (e anche a me) pesano le video lezioni. Fortunatamente ci sono anche i momenti in cui si divertono e ridono di cuore e mi sento più sollevata. Penso che stanno bene e per ora questo mi deve bastare, che è già tanto.

[In foto la piantina di fagioli di Lorenzo che continua a crescere]

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