venerdì 17 aprile 2020

Racconti di quarantena 11


Da un po' di giorni sono molto sconfortata. So che in questo momento bisogna vivere giorno per giorno, ma in una situazione così difficile non si può fare a meno di provare a proiettarsi nel futuro. E lo vedo ancora nero. Come si può pensare di ripartire quando ci sono ancora migliaia di contagi, tanti positivi in giro, non si fanno abbastanza tamponi e mancano le mascherine? Chissà quando potremo uscire senza aver paura... e chissà quando potremo riprendere a viaggiare, a gioire, ad essere sereni, in una parola: a vivere! Temo che non torneremo mai più come prima ma dovremo convivere con questa pandemia ancora a lungo.

Più passa il tempo e la situazione si protrae, più sono stanca. Le lezioni sono spossanti per i bambini e per me. La scuola quest'anno è in gran parte a carico di noi genitori. E per i bambini è molto più pesante stare davanti a uno schermo che in classe col contatto diretto con gli insegnanti e soprattutto con i compagni. Stare chiusi in casa inizia a diventare deleterio per la nostra salute mentale e anche per il fisico (non solo perchè cucino molto più del solito ma anche perchè non ci muoviamo). A questo proposito reputo fondamentale far scendere i miei figli anche solo per mezz'ora in cortile a giocare a calcio ma ho notato che negli ultimi giorni gli è un po' passata la voglia e non è affatto un buon segno. Ma è purtroppo comprensibile.

Comunque le video lezioni e i compiti hanno ameno un lato positivo, aiutano a mantenere un minimo di normalità e l'unica socialità possibile in questo periodo. E del resto è l'unico modo per far procedere la scuola. Devo dire che i miei cuccioli vanno molto bene e ne sono molto orgogliosa. Chissà, forse un po' è anche merito mio, e questo mi gratifica. Quando poi la sera, a letto, li sento parlottare e ridere di cuore, sereni, affettuosi e complici, mi sciolgo d'amore. Forse, nonostante tutto, sto facendo un buon lavoro.

[In foto un mio scatto della super luna del 7 aprile 2020]

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